Affogando gli autori in un mare di scan.

L’anniversario del blog è passato da appena un mese e data la mia incostanza nella pubblicazione non me la sono sentita di fare un recap di tutto quello che ho fatto e che ho imparato. Ignorante che non sono altro.
Infatti sono stato spronato alla lettura, sia di serie vecchie che di serie nuove, sono stato spinto a migliorare in quanto scrittore, aumentando sia la mia capacità elaborativa che il mio lessico. E in ultimo luogo ho avuto modo di conoscere moltissime personalità tra cui voi che mi leggete e tanti altri blogger che mi hanno insegnato a fare la mia parte.

Stupido da parte mia non dirvi grazie. Il passato mi ha forgiato e mi ha reso più forte, ora è il momento di farvi vedere cosa vuol dire per me il mondo di cui ora faccio parte, ossia un’intersezione tra la realtà di blogger, di lettore e di scrittore. Per farlo voglio facciate un salto indietro con me e vi avviciniate ad un progetto che ho abbandonato col tempo per costruire il personaggio di Ozigiri. Questo non è infatti il primo blog che apro, ma per motivi personali preferisco non linkarvi l’altro.

In commemorazione dei miei ideali e del percorso che ho fatto per arrivare fin qui, vi allego uno dei miei primissimi articoli che ho pubblicato sulla prima interfaccia, un qualcosa che mi piace definire uno straccio della mia verità e dei miei valori, ciò in cui credo tutt’ora e che per me significa tanto nella nostra grande e vasta comunità di lettori: il rispetto per l’autore.

Io sulle scan.

Sono sicuro che laggiù, in mezzo a tonnellate di ragazzi e adulti che se ne sbattono altamente di tutto ciò che viene redatto e pubblicato su carta, ci siano ancora quei 3 o 4 individui che passano il proprio tempo a comprare fumetti come Tex, Dylan Dog e chissà, magari proprio Topolino. Ma non è di questi che voglio parlare oggi. Il fatto è che questi titoli mi servano proprio d’esempio: penso che tutti noi nell’arco delle nostre pallose vite, abbiamo almeno una volta comprato quello che ai tempi della mia infanzia veniva chiamato giornalino giornaletto .

Si parla di tempi ormai andati, quando internet poteva essere usato solo ed esclusivamente per cose come i video di Bastardidentro, le AMV di Dragon Ball con le canzoni dei Linkin Park e l’immancabile porno. Ergo non erano per nulla rintracciabili scan di fumetti di questo o di altro genere, almeno per quanto mi risulta; quantomeno non avevano tutta l’importanza che vi si dà invece al giorno d’oggi. E così i ruoli venivano decisamente rispettati; il lettore, di per sé appassionato, decideva spontaneamente di finanziare l’autore dei propri fumetti preferiti semplicemente facendo un gesto che oggi fra pirateria, scanning e diffusione illecita non si usa più: PAGARE. Le generazioni attuali, la mia compresa, non pagano più un cazzo. C’è il download illegale di musica, di videogiochi, di film, di serie tv e, in un certo senso, anche di fumetti, vuoi manga o non.
Ultimamente uno dei temi che si è più trattato nello sfondo dei social (col caso Pewdiepie NeoNazi) è quello del rispetto. [nota di Ozigiri: era il periodo in cui Pewds veniva incolpato di avere comportamenti antisemiti da una famosa testata statunitense, accusa rivelatasi infondata.]

Rispetto è in realtà una parola molto importante. Si può certamente amare o odiare una persona, con tutte le sfumature che vi stanno in mezzo, ma una cosa che si deve fare sempre è rispettare essa e tutto ciò che essa produce.

Morale a parte però, il rispetto può essere espresso in moltissime forme, la più “visibile” delle quali sta proprio nel pagare ciò di cui si usufruisce. Non necessariamente con soldi, eh. Molti sponsor mettono a disposizione i propri prodotti proprio per avere in cambio la pubblicità da parte di chi ne fa uso; ma non essendo tutti delle star a livello mondiale, il metodo più efficace rimane il vile denaro. E qui subentra l’argomento scan.
Per quei 5 estranei che non lo sapessero, una scan, tecnicamente parlando, non è altro che la pubblicazione (per lo più illecita) di materiale precedentemente redatto solitamente da case di fumetti o manga. Più in generale è la trasposizione su computer di un generico volume comic. Questo strumento permette ad amanti delle serie americane, giapponesi ecc. di accedervi senza dover aspettare traduzioni o ripubblicazioni oppure di addentrarsi alla scoperta di titoli che qua in Italia non sono ancora arrivati o non arriveranno mai. Uno strumento che si potrebbe dire prodigioso, no? Ma chi determina dove finisce il “dono del Signore” e dove invece comincia la violazione del Copyright?

Ve lo dico io: lo fa la legge sul Diritto d’Autore del 22 Aprile 1941. Una legge che ha più di 70 anni e che, tuttavia, viene tutt’ora violata. Altro che proibizionismo. La legge si dimena in una mole di comma, bis, capi.. ma quello sul quale vorrei soffermarmi è l’articolo 12, il quale recita:

L’autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l’opera.

Ha altresì il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo originale, o derivato, nei limiti fissati da questa legge, ed in particolare con l’esercizio dei diritti esclusivi indicati negli articoli seguenti.

È considerata come prima pubblicazione la prima forma di esercizio del diritto di utilizzazione.

Quindi sostanzialmente, se ve lo state chiedendo, state in un certo senso alimentando l’illegalità. Ma non è assolutamente questo che mi preme, ognuno è libero di vivere il resto della sua vita stando attento a non far scivolare la saponetta nella doccia e mangiando arance o agrumi di sorta. Mi rivolgo invece a chi LEGGE.

Ragazzi, che cazzo combinate? Ci sono persone che mettono anima e corpo in quello che poi viene stampato o venduto a siti internet con retribuzione. Queste persone dedicano la loro vita alle opere che stanno sfornando, danno un senso alla propria arte e usano i loro sogni per guadagnarsi il pane quotidiano. Pensateci per un secondo: se aveste la possibilità di essere pubblicati per qualcosa, qualsiasi cosa, non vi piacerebbe che questa cosa venisse rispettata invece che letteralmente prostituita alle applicazioni di Free-Reading? (fatta chiara eccezione ai libri degli youtuber che sono un aborto su carta)
Per questo, per me, il rispetto è una cosa che tutti dovremmo dare per poi potercelo meritare. E in questo contesto il rispetto fa eco nel sostentamento dei NOSTRI autori preferiti. Il problema “scan o cartaceo” riguarda indistintamente tutti gli appassionati, senza esclusione alcuna.
Detto ciò, lancio un appello: torniamo tutti i bambini, ai tempi di Topolino, mettiamo via un po’ di soldi a settimana o al mese per meritarci quello che stiamo per leggere. Ricordiamoci cos’era entrare eccitati in fumetteria e passare delle ore imbambolati sugli scaffali, oppure addormentarsi la sera col fumetto sulla faccia. Perdere il segno ma fregarsene. Le orecchiette, i segnalibro, i tagli alle dita, il profumo di carta, la soddisfazione di spendere 25 euro a botta, ma di averli spesi per qualcosa che ne valesse veramente la pena. Gli scaffali pieni, la polvere, i genitori che ti urlavano contro perchè volevano li mettessi chiusi in una scatola, al buio, ma tu non demordevi. Il fatto di poterli leggere ovunque, con o senza connessione, con o senza cellulare, con o senza l’umore adatto. Gli scambi, i prestiti, le lotte per l’ultimo numero con gli amici, i confronti, i disegni, i messaggi dell’autore, le copertine, le edizioni limitate. Quel giorno a settimana, quello bello in cui ti alzavi e dicevi: “Oggi si va in fumetteria.” e nient’altro.

Per questo mando questo appello. Torniamo al cartaceo. Restituiamo quello che è degli autori. Diamo soddisfazioni a chi fa parte di questo commercio. Macchiamoci di nuovo di quell’etichetta che si chiamava “sfigati” ma che oggi recita “appassionati” e nasconde la parola rispetto.

 

Con questo terminava un piccolo capitolo della mia vita che vedeva come protagonista me, ragazzino poco esperto con tanta rabbia nella testa, e cominciava la parte interessante della mia esistenza, sempre con protagonista me, scrittore volenteroso, appassionato convinto, figlio di un’evoluzione che mi ha portato a riconoscere il valore delle cose, a non dare mai per scontato nulla e a valorizzare anche il pensiero degli altri, dipingendo questo blog non più come una valvola di sfogo ma come un’occasione per aiutare, divertirmi e stare bene.

E con questo vi ringrazio di nuovo.

 

Passo e chiudo.

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